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le abitudini alimentari

La Dieta


Un altro elemento che ha contribuito a cambiare le abitudini alimentari degli italiani: la dieta. Il bisogno di controllare la nostra nutrizione, per prevenire molte malattie in cui la cattiva alimentazione è un fattore determinante, ma soprattutto per avere un corpo magro, perfettamente allineato ai canoni estetici del momento è diventato un imperativo categorico. Il sondaggio ci rivela che tra i tre gruppi presi in considerazione quelli che più seguono delle regole alimentari sono le ragazze di 17-18 anni, che fanno anche diete dimagranti(8%) e vegetariane (15%) oltre di un alimentazione sana(22%).Questa é anche adottata dal 30% di ragazzi della stessa età. I ragazzi/e di 10-11 anni invece non seguono ancora alcuna dieta, la loro dieta viene ancora spesso determinata dai genitori. La preoccupozione delle ragazze di controllare le calorie si vede anche dal consumo più frequente di prodotti che contengono pochi grassi. In generale mangiano meno carne e cereali che i ragazzi. Un sondaggio svolto dal Cirm rivela che oltre un terzo degli italiani (34%) dichiara di aver seguito nella sua vita una dieta alimentare, mentre l' 8% nestà attualmente seguendo una, per un totale di 42%. Questo fa di noi un popolo molto attento all' alimentazione in relazione a salute e forma fisica. Più attenti alla linea sono anche qui le donne (39%), oltre alle persone tra i 34 e i 54 anni (40%) e chi abita nelle grandi città (38%). Il 60 % degli intervistati, sostiene, a sorpresa, che, se dovesse mettersi a dieta, si rivolgerebbe a un dietologo, mentre solo il 15% cercherebbe di fare da solo. Ma tra chi una dieta l' ha seguita davvero, solo il 49% é andato dallo specialista: il 28 % ha fatto da sé.
Per seguire una dieta a chi si rivolge?.
- 60% a un dietologo.
- 16% al medico di base.
- 15% faccio da me .
- 2% diete da giornali.
- 2% chiedo a un amico.
- 2% altro, non indica.
.
Ormai non ci sono ostacoli di natura economica, quasi tutti i prodotti alimentari esistenti in commercio sono alla portata delle nostre tasche, questa libertà di acquisto, si tramuta in attenzione alla qualità dei prodotti e al ritorno sotto certi aspetti a cibi più naturali, che soddisfano sia il nostro gusto che il nostro ritrovato interesse per le cose genuine che fanno bene alla linea. Questo emerge anche dall’ “Indagine 2003 COLDIRETTI-ISPO sulle opinioni degli italiani sull’alimentazione”. Sono molto diffusi e richiesti i prodotti tradizionali, biologici e senza organismi geneticamente modificati. .
ALCUNE ABITUDINI DI CONSUMO DEGLI ALIMENTI (*).
Tradizionali legati al territorio 80% Biologici 78% .
Garantiti Ogm free 63% .
Arricchiti 54% .
Equo e solidali 50% .
(*) acquistati regolarmente o talvolta.
Questa indagine rivela anche che tra questi prodotti sono più graditi quelli tradizionali legati al territorio. Questi sono preferiti da quasi la metà degli italiani (49%) rispetto ai biologici (18% ma in crescita dell’8% rispetto allo scorso anno), garantiti Ogm free (8%), equo-solidali (5%) o “arricchiti” da nutrienti come il selenio o l’omega 3 (1%). LE PREFERENZE DEGLI ITALIANI NELLA SCELTA DEGLI ALIMENTI.
Tradizionali 49% .
Biologici 18% .
Garantiti Ogm free 8% .
Equo e solidali 5% .
Arricchiti 1% .
Non so 19%.
In oltre otto italiani su dieci (78%) considerano necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti e il 68% dei consumatori sostiene che sull’etichetta dovrebbe essere sempre resa evidente la presenza, seppur minima, di ingredienti OGM. L’agroalimentare che guarda al mercato deve saper leggere le domande che vengono dai consumatori e cogliere immediatamente le opportunità offerte dalla riscoperta del valore dell’origine della materia prima agricola e dalla trasparenza al mercato sull’intero processo produttivo che porta gli alimenti sulle tavole dei consumatori ha sostenuto il Presidente della Coldiretti Paolo Bedoni. L'etichettatura - ha continuato Bedoni - è lo strumento di trasparenza sul quale si costruisce il rapporto di fiducia tra imprese e consumatori e occorre superare le incertezze ancora presenti, nella legislazione comunitaria e nazionale, per arrivare a regole chiare sulla rintracciabilità dal campo alla tavola delle produzioni e l’etichettatura di origine obbligatoria. Un processo di trasparenza fortemente sostenuto dalla Coldiretti - ha concluso Bedoni - che ha avviato una campagna per l'"Indicazione obbligatoria nell'etichettatura dell'origine dei prodotti alimentari" alla quale hanno aderito quasi un milioni di cittadini oltre ad associazioni dei consumatori, movimenti ambientalisti, gastronomi, nutrizionisti, rappresentanti delle istituzioni a tutti i livelli. GLI ITALIANI E LE ETICHETTE.
Dovrebbero riportare sempre l’ origine della componente agricola 78% .
Dovrebbero sempre indicare una presenza anche minima di OGM 68% .
Dovrebbero essere certificate da un ente o Autorità pubblica 73% .
Le etichette attuali non rassicurano sulla qualità degli alimenti 60% .
.
Quasi la metà degli italiani (46%) dichiara di cambiare sempre o spesso le proprie scelte alimentari in relazione a notizie sui benefici di alcuni cibi*. I più attenti sono gli italiani tra i 35 e i 54 anni, che si orientano sugli alimenti benefici nel 50% dei casi. .
*sondaggio del Cirm: I benefici di un alimento la inducono a mangiarlo: .
- 7% sempre.
- 39% spesso.
- 36% qualche volta .
- 10% raramente.
- 5% mai.
- 3% non indica .
Se i presunti benefici di alcuni cibi fanno cambiare abitudine a molti, ancora più marcato è il cambiamento quando si parla di rischi. Di fronte all’ evidentualità di un pericolo per la salute, il 54% degli italiani modifica sempre o spesso le proprie abitudini alimentari escludendo gli alimenti sotto accusa..
Sondaggio Cirm: I rischi di un cibo la inducono a rinunciarci?.
- 18% sempre.
- 37% spesso.
- 33% qualche volta .
- 7 % raramente.
- 4% mai.
- 1% non indica.

  • frutta e verdura
    • la
      • il pesce
        • prodotti del latte
          • cereali riso e patate
            • i dolci
              • il gradimento
                le abitudini alimentari




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